Logopedista Manuela Clemente

Logopedia

Chi è il logopedista?

Il Logopedista è il Professionista Sanitario formato a livello universitario tramite il Corso di Laurea di primo livello in Logopedia. Il logopedista è una figura professionale specializzata nel trattamento di patologie che colpiscono la comunicazione e il linguaggio. Si rivela dunque prezioso in presenza di bambini con problemi nel parlare e non solo. La parola logopedia deriva dai termini greci “logos” ovvero discorso e “paideia” traducibile in educazione. Chi pratica questa disciplina medica si dedica all’analisi e alla cura dei disturbi del linguaggio, a cui spesso si associano problematiche cognitive, come ad esempio difficoltà di apprendimento, di sviluppo e di memoria.
Al logopedista spetta il compito di trovare le soluzioni più indicate a seconda del paziente in modo da superare le disabilità comunicative


Cosa fa il logopedista?

Il Logopedista si occupa: della valutazione delle capacità comunicative; della stesura di un piano d’intervento; del trattamento riabilitativo; della verifica continua dell’intervento; del counselling, volto a sostenere il paziente e la sua famiglia nel percorso rieducativo e frequentemente attua il suo intervento all’interno di un progetto condiviso con una equipe multiprofessionale. Il logopedista non fornisce una diagnosi, perché non è un medico.
Tra bambini e anziani, sarebbero oltre 5 milioni gli italiani che necessiterebbero di cure logopediche al fine di intervenire su problemi di linguaggio e deglutizione, nella riabilitazione della parola a causa dell’età, ma anche di eventi come l’ictus, o come conseguenza di incidenti.


Di cosa si occupa il logopedista?

  • Disfonia, ovvero quando manca la voce, oppure è debole, oppure è rauca per qualsiasi motivo.
  • Balbuzie, disfemia: ovvero quando parlando ci si “inceppa” o non riesce parlare in modo “sciolto”.
  • Disartria, ovvero quando ci sono difficoltà ad articolare la parola per un problema neurologico (ad esempio nelle paralisi cerebrali infantili, nella malattia di Parkinson, nelle sclerosi multiple etc.).
  • Disturbo fonetico (dislalie), ovvero gli errori di pronuncia.
  • Disfagia, ovvero i disturbi della deglutizione e/o dell’alimentazione, che derivano da danni neurologici, traumatici, da alterazioni delle strutture della bocca o in sindromi.
  • Deglutizione atipica cioè una deglutizione in cui la lingua spinge contro i denti; 
  • Disturbi evolutivi del linguaggio, ovvero il ritardo o la distorsione delle tappe di acquisizione del linguaggio, in cui rientrano i disturbi specifici di linguaggio.
  • Disturbi specifici di apprendimento, quali ad esempio: – la difficoltà “a leggere” ( dislessia) – la difficoltà “a far di conto” (discalculia) la difficoltà a dire e/o costruire correttamente la frase – la difficoltà a scrivere bene e senza commettere errori ortografici (disgrafia e disortografia).
  • Le difficoltà di comunicazione o di linguaggio, di origine genetica (es. Sindrome di Down) o acquisite in età evolutiva (ad es. meningoencefaliti neonatali, prenatali, etc) o in età adulta o involutiva (afasia, demenza).
  • I disturbi di comunicazione dovuti a sordità.
  • Le difficoltà di comunicazione e linguaggio nelle persone con disturbo pervasivo dello sviluppo (autismo).
  • Le difficoltà di linguaggio di varia natura come ad esempio in soggetti iperattivi con difficoltà nella relazione. Le difficoltà di linguaggio da inadeguatezza socio-culturale. Le difficoltà del linguaggio nel multilinguismo.
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